Non siamo che
viandanti
dei vagabondi della vita
e migriamo come le rondini
per sfuggire l’inverno
per nasconderci al dolore.
Le pezze sui
nostri vestiti
non sono altro che lacrime
sono gli amori sprecati
i cuori sgualciti dall’usura
e buttati via come rifiuti.
Parole simili
a vele spiegate
che si gonfiano al vento
dopo crollano come macigni
giunchi che paiono spezzarsi
al primo accenno di tempesta.
Buche colme
dei fallimenti
e le ruote ci si impantanano
i nostri passi si fanno pesanti
così non rimane che la caduta
in ginocchio come chi muore.
Non siamo che
viandanti
nessuna bussola da consultare
né alcuna stella da seguire
sorriso amaro verso il futuro
intanto che il viaggio finisce.
N° 1923 - 16 gennaio 2012
Il Custode
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