Vieni a cercarmi
in questa notte di pece
tra la rabbia e la nebbia
che consumo piangendo
tra le stelle e la luna
oramai già tramontate
per oscurarmi la vista
e frantumare il mio cuore.
Vieni a chiamarmi
per due decenni di sesso
tra la smania e la voglia
di mostrarmi perverso
tra il tuo viso e il tuo
corpo
che mi danno il tormento
e non so quale scegliere
non decido quale amare.
Vieni ad uccidermi
in questi giorni di angoscia
tra il dolore e il perdono
che non so più dispensarti
tra le nuvole e il sole
che mi fanno prigioniero
affinché tu non mi veda
e possa dimenticarti di me.
Vieni a guarirmi
da due decenni di solitudine
tra l’orgoglio e la fermezza
di abiurare ogni tuo bacio
tra lo stupore e il piacere
dei tuoi vestiti che cadono
e scoprire con soddisfazione
che tu sei più perversa di
me.
N° 1096 - 23 maggio 2008
Il Custode
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