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venerdì 13 dicembre 2013

UN EREMITA

Finalmente è l’oblio
la pace della solitudine
nascosto dentro la notte
io divento invisibile
i pensieri e le lacrime
passano e poi se ne vanno
lasciano una traccia sottile
che punge in maniera lieve.

Adesso esigo sul volto
soltanto il tocco del vento
mai più falsi sorrisi
né dolorosi ricordi
ora mi faccio cespuglio
al centro della foresta
dove il buio è più fitto
e muffa copre il mio odore.

Rubo le ali ad un’aquila
per volare più in alto
sopra le vette innevate
dove io sfioro le nuvole
e se mai vedessi il tuo viso
io coprirei la mia vista
ed afferrerei il mio cuore
per scagliarlo nel baratro.

Scendo le acque del lago
laddove vi è la sorgente
mi specchio nelle sue onde
dove la mia ombra affonda
alle mie spalle nessuno
questo era il mio desiderio
mai più ipocriti amori
né parole parlate invano.

  N° 2124 - 13 giugno 2012

                                                   Il Custode

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