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martedì 24 dicembre 2013

CASA DOLCE CASA

Casa dolce casa
eppure talmente vuota
il buio delle stanze
sepolcro di ogni emozione
mentre il vento ansimava
al di là delle finestre.

Sul pavimento gelido
del parquet in putrefazione
restava ancora l’alone
dell’ultima lacrima pensata
s’abbeveravano le tarme
affamate di trucioli e muffa.

E cigolava la porta
sospinta da un lieve sospiro
o forse era solo la speranza
che oltre ci fosse quel viso
lo stesso amato e perduto
nella teca della rassegnazione.

Ardeva nel caminetto
il ricordo di ogni sorriso
che le fiamme, con molto garbo
avvolgevano in un abbraccio
lui, come un folle qualunque
ricordava e poi sorrideva.

Sopra il tavolo della cucina
soltanto un bicchiere di vino
le dita come raggi di luna
a carezzarne le rughe
lo recò alle sue labbra e pensò
adesso siamo soli davvero…

  N° 2272 - 15 ottobre 2012

                                                    Il Custode

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