e disprezzo chiunque
la mia vita è fasulla
un’esistenza artificiale
e per rabbia e per invidia
io sputo veleno
tengo la gente a distanza
dalla mia inutilità.
E rinnego l’amore
io sono talmente egoista
da non potere accettare
di vedere individui
felici d’avermi accanto
stupidi baci ed effusioni
non sono che tempo sprecato
un sentimento che aborro.
Io sono un
reietto
sono così preso di me
da provare enorme fastidio
al cospetto degli altri
ed ogni cosa mi irrita
le voci che sono tuoni
gli sguardi spine appuntite
le carezze sembrano graffi.
Però la mia
solitudine
è una condanna all’ergastolo
che quantunque io lo neghi
il mio dolore è imponente
mentre cammino carponi
dentro questa mia gabbia
e non riesco a spezzare
le sbarre della mia insofferenza.
N° 2097 - 25 maggio 2012
Il custode
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