Ed il vento,
all’improvviso
placò tutta la sua furia
fermo vicino al crepuscolo
a contemplare le nuvole
mentre le nuvole danzavano
come dame dalla garbata malizia.
Fu nel silenzio
dei grilli
che il poeta ascoltò il profumo
in bilico sulla pelle di Tanja
e lei ne scrutò i pensieri
con gli occhi di cielo terso
che indossava da sempre.
La notte,
adagiata sui monti
sospirava un nuovo sbadiglio
e divorava stelle sperdute
davanti ad una luna adirata
poi, con un rigurgito di pena
rammendò un brillante sorriso.
Nascosto dalla
spuma di un’onda
il poeta descrisse la bellezza
tatuata sul viso di Tanja
e lei ne carpì le parole
con le labbra di fredda ametista
in balìa di baci e di lacrime.
...E l’aurora, con insolenza
al canto di farfalle e cicale
venne a destarlo dal sogno
e lui, per rammentarla nei secoli
stretto nel suo pugno chiuso
conservò il riflesso di Tanja.
N° 1874 - 23 ottobre 2011
Il Custode
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