Con i modi
garbati
ecco che tu arrivi
ed in punta di piedi
percorri il mio cuore
sicché io lo percepisco
il tuo sospiro leggero
simile ad una frustata
sopra la mia schiena
in cima alle mie labbra.
Tu mi manchi
ogni volta in cui
rivolgi altrove lo sguardo
ovunque mi è impossibile
vedere i tuoi occhi
quasi fosse la notte
senza più alcuna stella
la battigia arida ed orfana
del bacio della risacca.
Allora io ti
amo
e per non dimenticarlo
lo ricamo e lo rammendo
nelle pezze dell’anima
e si coagula la mente
poi tramuta in follia
l’assurdità di un amore
scritto in caratteri gotici
sul solco della mia pelle.
L’ombra di un
miraggio
è l’eco del tuo profumo
il desiderio dell’assetato
nel deserto sconfinato
tra le dune dei tuoi seni
ma l’ansia di smarrirmi
mi colpisce e mi affonda
io mi aggrappo al tuo profilo
per emergere dal baratro.
N° 1826 - 4 maggio 2011
Il Custode
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