Sopra le
pesanti pietre
sulle strade di Parigi
cigolando le sue ruote
s’allontana la carrozza
ebbro, io di questo mondo
di restare non ho ragioni.
Alla luce
della luna
opaca amante che m’attende
che a sprecare la mia vita
ho giocato troppo a lungo
fiumi di vino nella gola
droghe da ridurmi alla pazzia.
Nauseato da
questi salotti
da questa corte di infingardi
il desiderio di farla finita
è un richiamo alquanto insistente
forse sarà con la corda al collo
o con i polsi miei sfregiati.
E però io non
sono codardo
ed ho rispetto del mio destino
ho altri giorni da descrivere
e terre ostili da visitare
verso le Indie, poi fino a Giava
e ancor le sabbie dell’Abissinia.
Non sono
pronto ad aver discepoli
tantomeno né fantocci imitatori
son visionario, non sono folle
perduto al suono della notte
dove profumano le tenebre
di parole che hanno un valore.
N° 1797 - 21 marzo 2011
Il Custode
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