Io ti verrò a
cercare
nel tuo lembo di terra
per sedermi al tuo fianco
sopra la candida pietra
che ti cela ai miei occhi
al tocco delle mie mani.
Stringerò la
mia rosa
dalle spine che lacerano
e l’adagerò sulla lapide
a creare un contrasto intenso
il rosso che tinge il mio sangue
il nero d’ogni suo petalo.
Tu avrai la
veste di tenebra
il viso sarà sempre bellissimo
la spada in mezzo ai seni
proteggerà il tuo cuore
debole quanto il mio sguardo
che non trattiene le lacrime.
Nel gelo di
Scandinavia
io mi nutrirò del vento
giunto a sferzare il mio volto
ad alimentare il dolore
di quando rivedo il tuo nome
e ripenso ad ogni tuo bacio.
E tu non
volevi vivere
ma morire come fece Ophelia
lambita dalle acque del lago
cullata come una ninfea
io col mio amore nella tasca
mi perdevo nella tua fitta nebbia.
Illuso come
fossi un folle
d’essere arrivato sul cavallo
per poterti ridare la vita
ma adesso al tuo mausoleo
posso solo parlarti in silenzio
e sussurrarti quanto mi manchi.
N° 2069 - 29 aprile 2012
Il Custode
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