Sotto il mio
giardino
quello che resta di te
cibo per vermi affamati
ed un ricordo piacevole
benché il tuo nome
ancora oggi mi sfugga.
Forse misera
prostituta
o l’illusione di un amore
non ha alcuna importanza
quello che tu sei stata
adesso concimi le mie rose
mentre l’anima è svanita.
Però il tuo
splendido cuore
naviga la formaldeide
a me rimane la visione
di quei suoi ultimi battiti
l’ultimo tuo tenero sguardo
di chi non voleva morire.
Io ne ho a
decine
catalogati con cura
di donne come te, sole
e che non piange nessuno
forse che la loro esistenza
era solo un inutile cammino.
C’è chi ha
l’ambizione
di assemblare i cadaveri
e rigenerare la vita
io non ho altro vezzo
che collezionare con ordine
i cuori oramai alla deriva.
Fino alla
prossima notte
le nuove parole gentili
perfezionate nel tempo
per catturare le mie prede
da seppellire sotto il giardino
a concimare le mie rose.
N° 2166 - 19 luglio 2012
Il Custode
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