il tuo borbottio lieve
sembra quasi una supplica
che tu rivolgi alla luna
affinché cali i suoi raggi
a carezzare le onde
così maestose e lucenti
in questa tiepida notte.
Io mi domando
spesso
dove vai a riposare
dopo che sale il maestrale
e ti flagella impietoso
e tu combatti e ti adiri
comunque vinci ogni volta
infine ti quieti esausto
a baciare le coste e la sabbia.
Tratteggio di
una matita
è l’orizzonte distante
ed oltre ci sei ancora
tu, sconfinato mio mare
che nascondi antiche tragedie
e vite e poi sogni spezzati
adagiati sopra il fondale
in balìa di alghe e conchiglie.
Adesso tu
sembri inchinarti
ai piedi di questa scogliera
umile al mio cospetto
seppure oltremodo possente
e la tua tela si tinge
di colori nuovi e più accesi
nei quali si insinua l’aurora
giunta per darti un saluto.
N° 2173 - 24 luglio 2012
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento