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mercoledì 11 dicembre 2013

IL CASTELLO

Carezzato dai fulmini
dalla pioggia che cade
come stesse inciampando
sopra i fili del vento
il castello mi osserva
pare che abbia vita.

Luce di fiamma antica
arde dal tuo candelabro
io la vedo solcare
ogni finestra che incrocia
fino alla torre più alta
alla tua stanza dei giochi.

E mi assale il terrore
ma brucio dal desiderio
il castello mi osserva
maestoso sulla collina
nero maniero imbronciato
al quale io devo arrivare.

Stuolo di ragni e scorpioni
scortano il mio cammino
ad oscurare la luna
piroettano pipistrelli e falene
la tua armata silente
i tuoi servitori devoti.

Enormi lucciole rosse
le tue pupille in agguato
come diamanti scarlatti
adesso scheggiano il vetro
per leggere sopra il mio volto
se t’amo o se sono mendace.

Si spalanca l’enorme portone
spinto da un’invisibile mano
nel buio della tua tana
il tuo esercito ora si ritira
ma come infallibile bussola
mi guida il tuo profumo.

Fino alla torre più alta
alla tua stanza dei giochi
dove tu sei ancora in attesa
col nero vestito gotico
che scivola sul pavimento
e rivela la tua bellezza.

Scintilla nella tua mano
il coltello di freddo acciaio
io libero i lacci che serrano
la camicia sopra il mio petto
e ti indico il punto esatto
dove si inchina il mio cuore.

Adesso ti sento colpirmi
ma è il tocco delle tue labbra
tu hai letto sopra il mio volto
che t’amo e non sono mendace
ed i tuoi occhi di rubino
diventano mansuete marmotte.

Luce di passione avvolgente
arde le anime e le mani
che cercano perduti anfratti
nascosti nei nostri corpi
intanto svanisce il terrore
nella eco dei nostri sospiri.

  N° 2037 - 1 aprile 2012

                                               Il Custode

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