ch’io possa sognare guardandoti
ed avere nelle mie narici
l’odore della tua pelle
il gusto che inebria e rapisce
delle lacrime sulle tue gote.
Adesso
percuoti i miei sensi
che ho fame delle tue tenebre
impossessati delle mie mani
ch’io possa impazzire sfiorandoti
e schegge e poi brividi intensi
travolgono i miei neuroni.
Dopo rammenta
di pronunziare
il suono leggero della tua voce
come corda di chitarra spagnola
spizzicata dalle dita frementi
ch’io possa adularti ascoltandoti
mentre poggi sulle mie labbra.
Ed intanto
svanisce la notte
si porta via il mio respiro
le rughe si fanno profonde
quanto il desiderio di amarti
allora vieni e rimani per sempre
ch’io possa morire sognandoti.
N° 2183 - 1 agosto 2012
Il Custode
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