scintillavano nella notte
mentre una timida luna
si fermava a contemplarli
e decine di stelle gelose
tentavano di carpire il
segreto
di tutta quella lucentezza.
Lontano da quel mondo incantato
l’uomo annusò il suo profumo
ed attraversò il muro di
nebbia
seguendo la eco dei suoi
sospiri
e non appena la vide
lesse nel suo cuore errante
che era lei il suo destino.
Così le costruì campi di fiori
e nuvole soffici sopra le
quali riposare
ed infine mondi senza dolore
fermò l’arcobaleno nel cielo
e ne rubò i contorni
per disegnare la sua vita
come lei l’aveva sempre
desiderata.
Seminò polvere di fiamma
per non smarrire i suoi
passi
per non vederla svanire nel
buio
e quando lei gli disse ti
amo
le sue pupille lacrimarono
oneste
poiché dopo secoli di
solitudine
aveva finalmente trovato la
donna.
N° 984 - 30 gennaio 2008
Il Custode
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