sopra una spiga di grano
quando il vento si alzò
dopo mi venne a cercare
ricordo che mi sorprese
mentre ti stavo pensando.
Con la
boccetta di china
e la piuma bene affilata
tentavo di comporre per te
un maestoso poema
però la boccetta mi cadde
il mio sangue si rovesciò.
La tramontana
sorrise
si sa quanto sia perfida
e con le sue dita ghiacciate
artigliò le mie gote stanche
la tramontana mi derise
arrogante come chi è forte.
Io caddi sulla
pianura
verso un tappeto di foglie
lo avevo visto in un sogno
nel quale tu mi chiamavi
io caddi sulle ginocchia
e tu eri troppo distante.
Il cuore mi si
tacitò
trafitto dalla mia piuma
l’avevo affilata con cura
che il petto si fece di burro
il cuore mi si fermò
si dice che fu per amore.
Adesso passa
una talpa
che impatta con la mia ombra
è tutto ciò che mi resta
della mia voglia di vivere
adesso io afferro la talpa
la soffoco con le mie lacrime.
Ora che non ho
il cuore
rimango in balìa della luna
osservo falene e lucciole
guardarmi con supponenza
ora che non ho l’anima
mi sento finalmente sereno.
N° 2350 - 18 dicembre 2012
Il Custode
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