tu, maestra dell’oratoria
adesso sei simile a pietra
con le schegge del dolore
dentro il cuore lacerato
sparso in mille frammenti
per i sentieri di Olimpia
sopra le siepi e le rose.
Hai imparato
l’amore
e pensavi fosse stupendo
che lo cantasti alle muse
lo raccontasti agli dei
hai assaporato la sua carezza
di felicità lieve ed effimera
dopo lo hai visto svanire
portato via dalla tempesta.
Ma era
appagante, Polimnia
quando la luce brillava
dalle tue pupille di pece
scintillante dalla tua anima
e ne impregnavi i tuoi inni
lo decantavi alle farfalle
con la voce di sottile fruscio
per non destarti dal sogno.
Adesso le
lacrime crollano
come rugiada sopra le foglie
e ne risuona il tonfo violento
dentro il circostante silenzio
dove tu vedi in lontananza
veleggiare sopra le nuvole
quell’amore che hai perduto
portato via dalla tempesta.
N° 2331 - 30 novembre 2012
Il Custode
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