nel silenzio che avvolge
e mi dipingo di tenebre
spolvero via ogni luce
ma il mio sangue ti guida
e tu riesci a trovarmi.
Io tacito il
mio respiro
e vivo soltanto del tuo
della fiamma che innalza
dalle tue labbra di fuoco
tatuaggi sulla mia pelle
e cera sopra i miei pori.
Ho vista che
travolge il buio
occhi di predatore notturno
pupille ti scheggiano il viso
ma tu sorridi al dolore
mentre la tua saliva di acido
scivola e buca il mio sterno.
Nell’oscurità
tu osservi
il cuore che non sa tacere
rintrona e chiama il tuo nome
che io rammento ancora
nome di streghe messe al rogo
tornate dal lontano passato.
Dentro la mia
tetra stanza
i tuoi passi di sibilante serpente
strisciano le gambe del letto
dopo scalano il baldacchino
hai mani di chiodi e martello
il talamo sarà la mia croce.
Hai corpo di
gazzella in fuga
profumo di afrodisiaco oppio
capezzoli mi rigano il petto
ma io mi rassegno all’amore
poiché non è che il destino
se diventiamo materia che fonde.
N° 2075 - 5 maggio 2012
Il Custode
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