di polvere di fata
e dal mio balcone
in equilibrio sul parapetto
attendo di alzarmi in volo
per sorvolare i tetti
di questa mia città
oltre la seconda stella a
destra
e dirigermi verso la notte
fino all’isola che non c’è.
Ma mentre spicco il balzo
la mia mente si ferma
e solo allora rammento
di avere perduto
ogni mio pensiero felice
così precipito sull’asfalto
senza nessun gemito
senza alcuna paura
ed il dolore è molto forte
ma dura un solo attimo.
E tra il mio sangue
che schizza sopra le aiuole
e le mie ossa fragili
che si frantumano come
cristallo
io sento la mia vita evadere
mentre ritrovo la serenità
e la polvere compie il
miracolo
così la gente tutta intorno
si accalca sorpresa e
stupita
con gli occhi verso il cielo
a contemplare il mio
cadavere
che levita.
N° 1147 - 7 luglio 2008
Il Custode
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