quell’ultimo breve pensiero
caduto dalle tue ciglia
quasi simile ad un cerchio
che accarezza le acque
dopo sale verso il cielo
e dà forma alle nuvole.
Voglio essere brezza
nel vento del tuo sospiro
mentre sfiora lieve la cute
di chi muore nell’estate
sfinito dalla maccaia
quasi annegato per caso
dentro la fontana del parco.
ciò che non era destino
un ricordo, un rimpianto
come una serpe che striscia
nella cruna dell’ago
tu ti pungi e mi vedi
forse rammenti il mio nome.
Voglio essere tenebra
nel grembo della tua notte
e come fossero insetti
schiaccio ed uccido ogni stella
la luna non seppe nuotare
sul filo del tramonto marino
scivolò fino al fondo profondo.
Voglio essere
l’amore che non ho saputo
la vita che hai abbandonato
distante, oltre le lacrime
dicono che tu chiami ancora
ma io, sordo e persino folle,
oramai non ti voglio sentire.
N° 2616 - 21 agosto 2013
Il Custode
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