a lui fece paura
e svanì nel silenzio
della notte più scura.
E svanì tra le
stelle
che non seppe contare
anima persa nell’ombra
di un universo spettrale.
Ma fu l’Orsa
Minore
insolente e pietosa
a riportargli il ricordo
di quella donna meravigliosa.
Lui ne ascoltò
il profumo
tra le galassie e i pianeti
fragranza di pace soave
essenza di giorni lieti.
E ripercorse
le stelle
come le briciole di Pollicino
cuore stretto fra le mani
per averlo ancora più vicino.
Pensò il
perdono da chiedere
che fosse quello più onesto
da raccontare umilmente
sguardo di bimbo maldestro.
Lei lo aveva
perduto
come una rondine ferita
che voleva tenerlo nell’anima
senza rubargli la vita.
E lo accolse
come chi ama
e ha saggezza da insegnare
viso di rabbia smarrita
labbra di baci da assaporare.
Lui imparò la
lezione
sguardo di timore tramontato
e lesse nei suoi occhi dolci
un destino mai dimenticato.
N° 1543 - 10 giugno 2009
Il Custode
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