Morir d’amore,
Desdemona
null’altro mi resta
dacché il cor ti strappai
per scagliarlo, alfine iracondo
nell’abisso oscuro e profondo
‘ché plagiata fu la mia mente
dalle menzognere parole
inventate dal perfido Iago.
Or mi strugge
il dolore
la tua mancanza m’opprime
che mai nessun cerusico
né potente alchimista
potrà raggiungere gli inferi
‘sì da ricuperar l’anima tua
cui io non ebbi pietà
‘ché di gelosia venni accecato.
Scendon le
lacrime al suolo
che la dignità mi fu traditrice
e l’orgoglio mio s’innalzava
solo nell’averti al mio fianco
e pianger d’amore, Desdemona
null’altro io posso fare
dacché io rubai la tua vita
ponendo così fine alla mia.
N° 1754 - 23 gennaio 2011
Il Custode
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