selvaggia
e dignitosa
io la ricordo ancora
sebbene l’abbia perduta
strappato via con forza
come germoglio da estirpare
dalla crudeltà dei bianchi.
Ed avevo negli
occhi
dolore e terrore
il tumulto del tuono
nel mio cuore
dentro la mia anima
quando i predatori di uomini
mi hanno catturato
segregato sulla nave
nel buio della stiva
in catene
tra il tanfo di sudore
ad attraversare l’oceano.
Nella terra
delle lacrime
venduto come fossi bestia
io guardavo lo sguardo
della gente al mercato
e mi faceva tristezza
mi faceva rimpiangere
la forza del leone
la lotta per la mia vita
tra la sabbia della savana
i laghi degli alligatori.
La mia Africa
selvaggia
ed oramai troppo lontana
io la rimpiango ancora
mentre resto in ginocchio
tra i campi e la stanchezza
e canto tristi canzoni
raccolgo cotone e fatica
uno schiavo alla mercé
dell’avidità dei bianchi.
N° 1843 - 28 giugno 2011
Il Custode
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