Oltre il lago
d’Averno
sino all’antro tuo oscuro
ove tu respiri i vapori
e riveli arcani e misteri
siccome tu mi ordinasti
ho con me il ramo d’oro
or conducimi all’Ade
ch’io bramo la tua profezia.
Tremano i
valorosi guerrieri
al tuo raggelante sacrario
tu, dalle orrende sembianze
avviluppata alle tenebre
benché abbiano visto la morte
or mostrano pavidi sguardi
al graffio della tua voce
di sibilante crisalide.
Eppure io
debbo sapere
quale sarà il fato mio
ed affronto la tua furia
luci ed ombre della tua grotta
parlami ordunque, indovina
dalla virtù illibata
tu hai l’infinito a te innanzi
io sono un comune mortale.
Mostrami la
fine del viaggio
verso le italiche coste
or che io sono in fuga
dalle fiamme che avvolgono Troia
o tu, Sibilla Cumana
d’Apollo l’amore prediletto
mastica le tue foglie di lauro
e rivelami il tuo responso.
Adesso tu
plachi il furore
sicché io ti posso parlare
e mi guidi nell’oltretomba
fra le voci e le carezze del vento
alle spalle mi resta il passato
la patria distrutta dagli achei
e dirigo i miei passi al futuro
a costruire di Lavinio le mura.
N° 2539 - 13 giugno 2013
Il Custode
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