violenta ed insolente
a graffiare il mio cuore
che vagabondava l’amore
ed aveva il tuo sguardo
i tuoi occhi di lampi sul mare
e le onde si arrampicavano
fino ad accarezzare il tuo viso.
Tu certo già
lo sapevi
nella tua bellezza presuntuosa
che la mia anima di gelatina
sarebbe stata facile preda
adesso ti nutri di me
come il ragno sopra la tela
io sento il tuo veleno che scorre
che mi eccita in modo sublime.
E ti seguo
incontro alla notte
fino al primo sbadiglio dell’alba
il tuo seno profuma di buono
io sono cera in balìa delle fiamme
che si perde sulla tua pelle
giace al suolo la mia armatura
dove ha inizio la tua ombra
che stringe il mio cuore fra le mani.
N° 1655 - 29 ottobre 2009
Il Custode
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