osservo con la mia mente
ed ho nuovi mondi
e sentimenti bellissimi.
Quello che
adesso sono
non mi garba davvero
crollano lacrime d’acido
dallo sguardo ferito
di chi ho amato a lungo
prima che io fossi bastardo.
Che io sia
maledetto
e maledetto il mio cuore
che se persevera i battiti
lo fa per forza di inerzia
però parlare d’amore
però parlare d’amore
sarebbe soltanto menzogna
una bugia più pungente
della verità stessa.
Chiudo gli
occhi
osservo con i miei sogni
ed il paesaggio muta
diventa mite e sereno
ma non è che un’illusione
le nuvole sono di pece
e scende dall’orizzonte
il principio della tempesta
quella che ho generato
e che non posso fermare.
Se puoi, tu
perdonami
e se non puoi lo comprendo
io le mie immense colpe
le ho seminate negli anni
oramai sono arbusti
che resistono al gelo
a questo inverno perenne
che brucia nella mia anima
e se non guardo distante
è perché sono un vigliacco
colui che ti ha inferto ferite
che non dovevi affrontare.
N° 2370 - 7 gennaio 2013
Il Custode
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