Mi sono
concessa a te
con una passione tale
da dimenticare la mia vita
i miei desideri di donna.
Sicché ho
scorto amori
transitarmi vicino
ma stolta e bigotta
io non li ho raccolti
li ho sfiorati col pensiero
limitandomi a rimpiangerli.
È stato solo
in nome tuo
che io ho giustificato
la mia immensa solitudine
i miei anni gettati via
quasi che su quella croce
io fossi morta insieme a te
ed invece io ero viva
benché pervasa dalla stupidità.
Adesso sopra
il mio viso
ho rughe simili a stigmate
i capelli diventano argento
l’esistenza volge al tramonto
ed ho questo dolore
che batte dentro il mio petto
il dubbio che mi divora
d’avere sprecato i miei giorni
tutto ciò che avrei potuto
e non ho voluto essere.
Tu dimmi dove
sei
nel mentre che io ti invoco?
Fosti un miraggio, forse follia
eppure io ti ho creduto
frattanto che il crepuscolo
si posa sopra i miei occhi
ed io non ti sento giungere
per condurmi verso il tuo regno
illusa e sciocca beghina
ecco che io muoio da sola
intanto che piango il passato
che ti ho dedicato invano.
N° 2443 - 18 marzo 2013
Il Custode
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