Hai ottenuto
di me
ogni goccia di sangue
quelle che ho versato
sopra la tua baionetta.
Ed ancora le
carni
straziate dalle tue bombe
fiori di cenere e lacrime
sparsi per la collina.
Ritto, legato
ad un palo
come una bestia al macello
ad attendere l’ordine
che portò via la mia vita.
Mi definisti
infame
solo perché nacqui fascista
e però, nei tempi di giubilo
tu esultavi al mio fianco.
Adesso, sopra
il sentiero
dove riposano i vinti
tu cammini con sdegno
e sputi di odio e disprezzo.
Ma tu non
fosti da meno
nel commettere crimini orrendi
trovando poi buoni propositi
per celare la tua ignominia.
Figli di
un’unica patria
eppure anime tanto avverse
la ragione viaggiava nel tempo
che tu però hai cancellato.
Hai riscritto
la storia
in modo che ti fosse gradita
ed io fui il malvagio nemico
tu l’impavido eroe senza macchia.
Lascia che
sopravviva
almeno la mia memoria
ch’io non sia morto invano
ma perché amavo l’Italia.
N° 2086 - 14 maggio 2012
Il Custode
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