quando mi vedrai volare
fino a baciare le nuvole
e dal vento lasciarmi cullare.
Oltre le
montagne innevate
a raccontare la tua bellezza
alle aquile che planano il cielo
al polline in balìa della brezza.
E fra le mie
ali di porpora
conserverò il tuo ritratto
‘ché nessuno mi chiami bugiardo
oppure mi prenda per matto.
Imparerò il
colore dei tuoi occhi
da fare germogliare nella mente
luce che mi guida nella notte
dove il buio diventa opprimente.
Sorvolerò la
clessidra del tempo
fino al regno della fata dell’amore
e le descriverò le tue parole
allora saprò cos’hai nel cuore.
Ma adesso io
sono confuso
la verità non è come mi aspettavo
e ritorno indietro mestamente
verso il sole con cui mi scaldavo
E come Icaro
toccherò i suoi raggi
affinché le mie ali possano bruciare
forse soltanto allora ti stupirò
quando mi vedrai precipitare.
N° 1533 - 28 maggio 2009
Il Custode
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