sbiadisce ogni desiderio
di adulare la vita
i colori svaniscono
mentre scende il crepuscolo
sopra qualsiasi pensiero
nei sorrisi alla deriva.
E non ha alcun
senso
continuare il percorso
questo cammino ibrido
senza mete né partenze
per cercare una luce
che adesso oscilla lontano
dove lo sguardo è cieco.
Ed è così che, in ginocchio
nell’utopia della rinascita
della speranza flebile
di germogliare emozioni
io sono un involucro apatico
un arbusto che si flagella
in balìa della tormenta.
Nessun
messaggio d’addio
io so che non capiresti
le parole che ho mescolate
tentando di decifrarle
forse per un dolore atavico
che tira fuori gli artigli
e li affonda nel mio petto.
Io, pavido
innanzi al futuro
col cuore fra le mie mani
che persevera nei battiti
adesso scavo una buca
e lo seppellisco con cura
insieme al mio ultimo scritto:
<<Ho ucciso il mio oscuro male.>>
N° 1962 - 9 febbraio 2012
Il Custode
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