dove si infuria il vento
e si alza per scompigliare
i tuoi capelli di seta pura
adesso mantello di tenebra
notte di profumo ed oblio.
Ti disegno e
poi ti coloro
matita di tenue crepuscolo
si impregna del tuo profilo
inchiostro di amaro sangue
per non dimenticarmi mai
che ti amo fino a morirne.
Sopra la rupe
resto seduto
come eremita o moribondo
una conchiglia fra le mie mani
da appoggiare all’orecchio
e sentire, così, la tua voce
mista alla voce dei gabbiani.
Una clessidra
priva di polvere
il tempo non ha più valore
da quando hai voltato l’angolo
senza lasciare neppure l’ombra
ma i sassolini sopra il sentiero
affinché io non possa smarrirti.
Il tuo viso,
adesso maestoso,
fermo oltre il mare in tempesta
io conto le lune che passano
ogni lacrima è un secolo intero
ma tu tornerai nei miei occhi
intanto ti attendo nell’infinito.
N° 2113 - 5 giugno 2012
Il Custode
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