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mercoledì 5 febbraio 2014

MEMENTO MORI

Ed io lo ricordai
siccome ebbi chiaro
perché e per chi accadde
però lo feci ancora
talmente stupido e testardo
tornai al mio primo errore.

Il peccato originale
fuoriusciva dalle vene
rubini e poi frammenti
d'un amore perso ai dadi
e luccicava il pavimento
una pozza di sangue e melma.

La poltiglia d’un pensiero
infranto nello specchio
e l’immagine riflessa
non pareva appartenermi
ma invecchiato con premura
bevevo il mio destino a sorsi.

Afferrai un capo del filo
per scucire le mie rughe
volevo il viso fosse lindo
e così per la mia anima
come un panno steso al sole
il mio cuore si asciugava.

Mi acquattai sopra il letto
fatto d’acqua e di rimpianto
il mio viaggio ebbe inizio
che nemmeno me ne accorsi
il tempo di uno starnuto
dopo vidi soltanto tenebre…

  N° 2387 - 25 gennaio 2013

                                                      Il Custode

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