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sabato 8 febbraio 2014

IL FRUTTO

Sulle mie labbra
l’inebriante sapore
simile al nettare degli dei
che scivola dal mio palato
io, viandante assetato
lo gusto avidamente
e crollano le mie difese
si quietano le inibizioni.

Lo osservo e lo stringo
questo tuo frutto salato
nel mio sguardo estasiato
divento bambino insolente
adesso gli tendo la mano
e tu sembri gradire
mi perdo nel calore morbido
io, preda dell’eccitazione.

Tonalità di pesca matura
di un capolavoro inimitabile
le schegge di ogni pudore
evadono dalla mia mente
lo bacio ed ancora lo mordo
fragranza di ostrica viva
non serve alcun afrodisiaco
il piacere è nel tuo viso.

Giusto ritocco adesso umido
sulla tela del tuo splendido corpo
non so da dove cominciare
eppure non vorrei mai finire
così ti adulo e ti posseggo
dentro l’alcova della mia anima
tu, o mia fonte di vita
frutto penetrato dal mio impeto.

  N° 2266 - 9 ottobre 2012

                                                   Il Custode

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