Rinchiuso nel silenzio
della raggiunta solitudine
la sua mente serena
prese a vagare il mondo
per contemplare la natura
con lo sguardo scintillante
della sua agognata libertà.
Così, dopo anni trascorsi
prigioniero di un amore
che si concedeva a
singhiozzo
lui aveva imparato la
certezza
che la sua anima selvatica
era nata per non piegarsi
viveva per non farsi
ingabbiare.
Adesso vedeva immagini nuove
perduto nel verde delle
colline
e dove nascevano i prati
i fiori avevano un profumo
sincero
le api danzavano nell’aria
e lungo il filo
dell’orizzonte
il mare dormiva tranquillo.
E fu tra le onde del tramonto
la sabbia baciata dalle
acque
gli scogli che ne impedivano
la fuga
che lui comprese il suo
destino
ed ora era finalmente libero
tanto da capire ed accettare
che non voleva più nessuna.
N° 1280 - 13 ottobre 2008
Il Custode
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