Quando lui li osservò
per la prima volta
li percepì in lontananza
allora avvolse nel buio
e nel silenzio più assoluto
ogni angolo della sua casa
ogni anfratto della sua
anima
e cominciò a riconoscerli
in maniera nitida e reale
quelle persone che aveva
smarrito
nei giorni più tristi della
sua vita.
Finalmente lui poteva sfiorarli
e parlare degli anni
trascorsi
ma in quella soave atmosfera
lui non si rendeva conto
che si stava allontanando
dal mondo
imboccando il sentiero
dell’assurdo
per seguire le sue ombre
che sebbene aveva amato
davvero
non potevano ritornare a lui
se non nella scintilla della
sua pazzia
o la disperazione della sua
illusione.
Così, da quel momento egli tacque
per ascoltare nell’oscurità
i battiti che tuonavano
persistenti
dal suo cuore frastornato
e fare in modo che
coprissero
i sussurri dei suoi fantasmi
che lui non riusciva a
cancellare
ma fu forse la sua
vigliaccheria
o l’amore che sentiva
attorno a lui
che lo fecero tornare alla
luce
ed i fantasmi non lo
chiamarono più.
N° 1063 - 27 aprile 2008
Il Custode
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