Tra questi
immensi fondali
tra i relitti dei bastimenti
intanto le onde si agitano
come in balìa della brezza
ma sono soltanto i sospiri
delle anime alla deriva.
Il rosso di
alghe e corallo
pare tingere il paesaggio
quasi a voler ricordare
il sangue che si mescolò
le urla di ogni sogno spezzato
portato via dalla corrente.
Furono
nutrimento di pesci
le vite che si spensero
a navigare le acque
come fossero un cielo terso
e non si poteva distinguere
le bimbe dai loro pelouches.
Sul letto di
morbida sabbia
nel deserto dell’oceano
che fu trasformato nei secoli
in cimitero senza mai croci
nessuna distinzione fra i morti
nessuna età, né ceto o religione.
Ma sopra le
banchine dei porti
rimane la sola certezza
le lacrime di chiunque pianse
ogni sorriso che fu cieco
l’amore, infine ricordo struggente
di chi non poté ritornare.
N° 2003 - 11 marzo 2012
Il Custode
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