Cantami, o diva
gli ultimi giorni di Troia
conquistata con l’inganno
cancellata con il fuoco
e narrami dei suoi figli
trucidati
in quei tristi giorni in cui
la pietà era merce rara.
Cantami la rabbia di Achille
mentre vegliava le spoglie
mortali
del giovane ed ambizioso
Patroclo
perito nel volerlo emulare
quando molto ancora egli
avrebbe dovuto imparare
prima di diventare
immortale.
Cantami, o diva
l’onore tradito di Menelao
allorché Elena venne rapita
l’ipocrisia di addurlo a
pretesto
per scatenare dieci anni di
guerra
e sommare un’altra conquista
alla sua brama di potere.
Cantami il dolore di Priamo
sopra i bastioni della città
ad osservare Ettore morire
vedere fare scempio del suo
corpo
ed alfine doversi umiliare
ad implorare il carnefice
del figlio
per ottenerne indietro i
resti.
Cantami, o diva
la mortificazione di
Cassandra
e la confusione nel suo
cuore
per avere avuto la giusta
visione
la stessa alla quale nessuno
aveva mai voluto dare
credito
pagandone cara la colpa.
Cantami il viaggio di Ulisse
alla ricerca di Itaca
tra mille insidiosi perigli
la crudeltà di Polifemo
la bellezza della maga Circe
la voce suadente delle
sirene
l’equipaggio perduto tra
Scilla e Cariddi.
Cantami, o diva
cantami infine la fuga di
Enea
ed il suo pesante fardello
nel dover ricostruire un
popolo
mentre lanciava un ultimo
sguardo
e singhiozzava le sue
lacrime
in direzione della perduta
patria.
N° 999 - 10 marzo 2008
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento