Vola sul dorso
del Ghibli
Samira
figlia di dune e di tuareg
il fuoco illumina la notte gelida
e lei ammira la luna
la lunga scia di stelle
che si appuntano ed esplodono
sulla sua pelle.
Sguardo
intenso di smeraldo
forse topazio riflesso
nelle pozze dell’oasi
e tutti parlano di lei
che a piedi nudi
calpesta la sabbia
dopo gira e poi danza
proprio sotto la coda del Nadir.
La sua
bellezza
è più vasta del deserto
dolce quanto la brezza marina
che si insinua tra le palme
per carezzarle le gote
di ambra della Tunisia
alchimia di un istante
ed il vestito occulta
la sua immensa femminilità
le smorza il desiderio
la dipinge di lieve ingenuità
ma presto il fiore esploderà.
La sua pelle
di henné
arde e sorseggia brividi
immaginando quei baci
da lei mai vissuti ed avuti
sicché protetta dal buio complice
lei tocca i propri seni
e freme ed intanto sogna.
Intanto che si
affaccia l’aurora
Samira torna alla sua vita
figlia di datteri e di beduini
stringe il morso al cammello
e ricomincia il viaggio
fanciulla nomade in cerca d’amore
verso le coste spettinate dal sole
dove avrà un nuovo villaggio
e nuova gente da scoprire
da uccidere col suo sorriso
d’avorio della Tunisia
cesellato dall’artista migliore.
Samira sa che
presto troverà
l’uomo a cui affidare
la sua verginità
e sa che non si pentirà
…sa che non se ne pentirà.
N° 2335 - 3 dicembre 2012
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento