Nacque
e fu amore folle
che la luna imbrogliona
mescolò con sapienza
mentre le stelle giocavano
oltre la volta notturna
a cavallina, forse a pampano
questo io non lo ricordo.
Un sospiro
pareva essere tale
ma non era che il vento
che sbuffava tra gli alberi
poiché gli amanti cianciavano
promesse come da rito
e gli impedivano il sonno
questo un po’ lo infastidiva.
Una nenia
chissà da quale pertugio
giungeva quella litania
che pareva il suono di un flauto?
Luglio è da sempre discreto
e non rivelò la sua fonte
fra i bronci di disappunto
dei grilli e dei coleotteri.
Temporale
magari addirittura tempesta
l’incontro di altissime fiamme
sfuggite a candele incrinate
e si levava nel cielo
cenere di sandalo e di muschio
fino ad accecare i fantasmi
dei sorrisi in fondo all’oceano.
Per sempre
era una frase difficile
il cuore basava i rintocchi
in base ai capricci del tempo
chissà quanto distava il tramonto?
Comunque nacque
e fu un amore bellissimo
così come era destino.
N° 2576 - 17 luglio 2013
Il Custode
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