Sicché ti ‘conterò lo verbo
che l’inerte cor mio mi
detta
financo il divin furore
mi ammanterà della mistura
di pazzia
e l’accidia non m’adombrerà
ammorbando l’animo mio.
Ma pe’ l’amor che tu m’infondi
saprei di certo vincer la
pugna
e con codesto solerte
sentimento
far della melanconia virtù
e narrar al luminar delle
stelle
la beltà tua che non ha
eguali.
seminar ordunque lo fato mio
sarà il seguitar la retta
via
verso il divenir del sole
a contemplare il manto dei
cirri
ove tu m’attendi ‘sì lieta.
N° 1022 - 26 marzo 2008
Il Custode
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