Brillante nella sua fragile caduta
lei si infranse tra le onde
di un oceano calmo e
sorridente
e la carezza che diede alle
acque
fu talmente imponente
da raggiungere il sonno del
ragazzo
e frantumare il suo sogno
in cui lui la stava
sognando.
E seduto sopra la sua conchiglia
con la vista ancora
annebbiata
lui la cercò tra i cerchi
dell’acqua
per comprendere il punto
esatto
nel quale lei si era
inabissata
ma fu una stella innamorata
che con un fascio di luce
soave
gli indicò le sue piume
d’angelo.
Allora lui chiese aiuto ai delfini
per giungere più alacremente
dove lei si stava spegnendo
nell’attesa dell’amore
eterno
e non appena lui l’ebbe
trovata
la adagiò sopra un cavalluccio
marino
al quale consegnò una
bussola
con cui avrebbe ritrovato la
sua isola.
E tra le palme e la sabbia tiepida
lui la curò con tenacia e
passione
ed accese il sole al centro
del cielo
per poter asciugarle le ali
e rimase al suo fianco per
giorni
trepidando davanti alla sua
bellezza
ma fu infine un suo semplice
bacio
che la fece tornare alla
vita.
N° 1049 - 17 aprile 2008
Il Custode
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