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martedì 22 ottobre 2013

ABRAXAS

Io sono l’immenso
custode di ogni tenebra
e principe negli inferi.

Dacché io fui esiliato
angelo caduto in disgrazia
ho abbandonato l’eden
dove ero un umile servo
di un Dio borioso
ed arrogante.

Nelle terre di sotto
guardiano di dannate anime
tra gli anfratti di zolfo
ecco dov’è la mia dimora
e viaggio per i gironi
ed i sentieri maleodoranti
ove io sfogo la mia rabbia
d’altronde ogni mia vittima
fu nella vita un carnefice.

Si alzano le fiamme eterne
si specchiano nelle mie pupille
danzano, intanto crepitano.

Una eco che pare
essere urlo straziante
implorano e disperano
i condannati al supplizio
e piangono sterili lacrime
che alimentano il fuoco
nonché la mia soddisfazione.

Mi temono i mortali
frattanto si affidano ai santi
stolti o forse soltanto ingenui
scelgono il male peggiore.

Io non ho alcun bisogno
di streghe lascive e perverse
votate ad idolatrarmi
ed a patetiche adulazioni
poiché purificare il creato
è un privilegio che m’appartiene
e che devo affrontare e svolgere
nella totale solitudine.

  N° 2503 - 7 maggio 2013
  
                                                  Il Custode

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