Ti ho
percepita
o Maddalena
nella notte mite
elegia di vita in fuga.
Ma l’atmosfera tenue
si arrampica per la collina
e si chetano i grilli
per circuire le cicale
abusarne con garbo
e dopo amarle davvero.
Moribondo sul
monte
ed il mio sangue caldo
che spruzza dai chiodi
fissati sulle mie mani.
Ti sento piangere
o Maddalena
e le tue lacrime vibrano
e sono più dolorose
della lancia e dell’aceto
che mi scavano il petto.
Adesso muoio
sereno
preda del tuo amore
e delle soavi carezze
le tue dita leggere
sopra le mie ferite
sono bende pietose
sembrano istinto materno.
Ed io profeta e santo
muoio guardando il tuo viso
o Maddalena.
N° 1929 - 20 gennaio 2012
Il Custode
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