Quel sorriso
era vigliacco
come una tagliola tra i boschi
ed intrappolò ogni pensiero
fece poltiglia di tutti i sogni
poiché lei rammentò
sotto le stelle cadenti
di essere donna e bellissima
una maestra della seduzione.
E l’uomo in
fondo alla notte
raccolse il suo breve sospiro
che tramutò in desiderio
da raccontare alle lucciole
dopo, con la sua penna d’oca
e con la boccetta di inchiostro
scrisse ogni cosa sulle rovine
e le pareti di una chiesa in disuso.
Lei ebbe uno
sguardo veloce
come una marmotta tra gli alberi
e lesse un poema leggero
che vide sulla tela del ragno
e prima di chiudere gli occhi
la mosca le fece un’ultima supplica:
<<Ricordami a chi ti domandasse
di cosa sia fatto il vero dolore.>>
Sicché
brillava l’intera pianura
ai raggi di una luna bambina
ed al soffio di un vento insolente
ogni luce sembrava danzare
<<Chissà chi mai io dovrei essere
per avere almeno un tuo bacio?>>
lui lo pensava, ed il suo cuore
percuoteva il cielo e le nuvole.
Comunque, le
labbra splendide
di morbida e rovente libido
rimasero chiuse e silenti
rassegnate oramai alla solitudine
ed al crepuscolo della ragione
lui voltò il suo cavallo e svanì
soltanto allora la donna comprese
che egli era un amore gentile.
N° 2608 - 16 agosto 2013
Il Custode
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