Di cosa
gioisci, Talia?
L’idillio tuo è tramontato
e tra le rovine di Olimpia
vaghi come un’anima sperduta
attenta ad ascoltare
una voce che non odi più.
La tua
maschera giocosa
giace sopra il terreno
e la tua bellezza scintilla
sovrasta le vette più alte
eppure tu hai le sembianze
di una farfalla morente.
Frattanto
appassisce l’edera
ferma a cingerti il capo
cosa scriverai adesso, Talia
tu, disabituata al dolore?
Osservi in direzione dei venti
pare che ovunque sia inverno.
Eccole le tue
prime lacrime
scendono a solcarti le gote
tu non ne conosci il sapore
ma presto ne impari la forma
quella di una tale disperazione
capace di ucciderti il cuore.
Si fa freddo e
plumbeo, il cielo
mentre tu cerchi parole nuove
ma la tua poesia diventa dramma
il riflesso della tua solitudine
quale amore racconterai, Talia
se tu stessa non ne sai avere?
Tra le rovine
di Olimpia
rimane soltanto il profumo
disegnato sulla tua pelle
tu hai vissuto di soli sogni
tanto che ora ti è difficile
riuscire ad affrontare la realtà.
N° 2321 - 21 novembre 2012
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento