Sopra il
candido letto
lei intrecciava i suoi sogni
e passava gente affannata
dentro quella sua stanza
però nonnina cantava
quando c’era Lucilla.
Ed il dolore
nel petto
sembrava fiamma di drago
lei affrontava i folletti
rinchiusi nella sua mente
sacchi di pietre e carbone
uno per ogni paura.
Perché lei
nacque di fretta
e dunque aveva scordato
di seminare le gemme
di un’esistenza serena
allora i giorni scorrevano
come se avessero furia.
Il gufo giunto
di notte
le raccontava una storia
di una regina nel regno
in mezzo a salici e laghi
lei coglieva quelle parole
e le disegnava sul muro.
Ed il dottore
con i baffi
e con gli occhiali profondi
pareva un re imponente
con la sua schiera di paggi
quando studiava i referti
lo faceva con molto garbo.
Le fate
vestite d’azzurro
volavano insieme alle allodole
lei pensava e fantasticava
al tratteggio della matita
le lacrime si fecero linee
dipinte di mascara viola.
Infine la luna
emigrò
come una nomade in fuga
ed i ragni costruirono il nido
tra quelle pareti sbiadite
intanto nonnina piangeva
mentre moriva Lucilla.
N° 2363 - 1 gennaio 2013
Il Custode
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