Parla con me
seduta nell’oblio
sopra il dorso del vento
da dove ricami parole
destinate alle stelle
ed il vento le afferra
prima che si frantumino
tra le spine taglienti
della tua solitudine.
Grida al mio
viso
tutto l’odio che rechi
nel tuo sguardo trafitto
imprigionato dal gelo
vana è stata l’attesa
di scorgere la luce
attraverso le tenebre
di un silenzio assordante
quanto il tuono nel cielo.
Avvicina le
tue labbra
dove inseguo il tuo bacio
fosse anche il bacio di Giuda
io ne avrò sempre cura
lo serberò nei miei occhi
al principio d’ogni sogno
perché a sentirti tacere
la mia anima implode
tu, allora, parla con me.
N° 1709 - 10 marzo 2010
Il Custode
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