Venite a me, o
pargoli
seguitemi in sacrestia
che ho sotto la tonaca
libidine e frustrazione.
In questa
dimora di Dio
avrò da voi ciò che bramo
carezze di audace passione
che la mia religione giustifica.
Non lo
narrate, o pargoli
la sera, ai vostri cari
chiudete nei vostri incubi
i miei baci e la sodomia.
Sono portatore
di fede
chi mai mi potrebbe punire?
Io negherò ogni addebito
con il candore di un angelo.
Il crocifisso
è la mia spada
la chiesa la mia fortezza
inespugnabile agli stolti
che seguono demoniache morali.
Adulato da
puttane beghine
io persevero in crimini orrendi
venite a me, o pargoli
che io sono un vile deviato.
N° 2197 - 12 agosto 2012
Il Custode
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