Amami ancora, Ginevra
ed inebria la mia esistenza
con la bellezza del tuo viso
e la tua fragile paura
davanti all’ira del nostro Re
quando saprà di questo
amore.
Seguimi nel mio viaggio, Ginevra
lontano dalle mura di
Camelot
oltre le montagne e le
colline
dove i baci che mi ardono il
cuore
non saranno più frutto di
biasimo
né la follia del tradimento.
Donami il tuo corpo, Ginevra
ch’io possa carezzare i tuoi
seni
di carezze che non siano
rubate
e sfiorare le tue gote di
ovatta
sopra il manto di un prato
fiorito
alla luce di una pallida
luna.
Prenditi cura di me, Ginevra
della mia carne troppo
debole
che freme davanti ai tuoi
occhi
fragile sotto questa armatura
che mi protegge dalle spade
nemiche
ma non sa fermare la nostra
passione.
Amami per sempre, Ginevra
come io fossi l’ultimo
cavaliere
e tu fossi la sola Regina
da condurre al mio castello
dove ti amerò per tutti i
giorni
ed ogni giorno avrò cura di
te.
N° 1052 - 19 aprile 2008
Il Custode
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