Io non ti
sento
ma ti so immaginare
le parole che scalano
dal profondo del pozzo
sono gocce che crepitano
mentre toccano il suolo
e là si forma un oceano
dove tu danzi il tuo ballo.
Spighe di
grano e di spine
mantello sulla tua pelle
io non ti vedo
eppure ti so ricordare
scivolano via le farfalle
che combattono il vento
si aggrappano alla tua veste
fatta di borchie e catrame.
<<Non importa…>>
è ancora scritto sul muro
al di là dorme il parco
ed alle spalle, la sera
e nel cianciare dei grilli
nascosti tra i fili d’erba
io non ti ascolto
comunque ti so sognare.
Adesso ed
esausto
il cielo cura le rughe
ed io le ferite ed i tagli
che ho provato a rubarti
io non ti aspetto
però ti so perdonare
quando il sole si placa
e grida forte la luna.
N° 2511 - 16 maggio 2013
Il Custode
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