Il tuo sguardo
è sublime
quanto una luna antica
quanto un volo al crepuscolo
sopra una brezza leggera
notte di pipistrelli in agguato
nelle feritoie di castelli lontani.
Tu hai la
pelle dolcissima
che profuma di cenere calda
del rogo che un tempo ti divorò
ed hai il sapore del frassino
di quel paletto appuntito
che trafisse il tuo cuore mite.
Dentro i tuoi
occhi, e che occhi!
Io rivedo i draghi e le banshees
occhi plasmati di tenebra
per i quali io abiuro la luce
tu torni dal tuo passato
nel quale io mi sto recando.
E parli, e
quello che dici
io non riesco a sentirlo
perduto sulle tue labbra
dimentico frasi e pensieri
ti sfiorerei se non temessi
che così tu possa svanire.
Sulla tua
veste barocca
le rose riposano i petali
io osservo e non ho alcun dubbio
su dove si nasconda la bellezza
è sopra il tuo gotico viso
sul tuo corpo sorto dal medioevo.
Il tuo nome
pare sia scritto
col sangue di una fata silente
nome che rammenta un diluvio
che scese a coprire le terre
tu chiami dal tuo passato
dal quale io non riesco a tornare.
N° 2560 - 2 luglio 2013
Il Custode
Nessun commento:
Posta un commento